ABBAZIA DI MONTECASSINO

Nel 529 San Benedetto fondò il monastero, distrutto dai Longobardi nel 577 e ricostruito intorno al 718, poi messo a ferro e a fuoco dai Saraceni nell’883.
L’abbazia, risorta di nuovo, a partire dai secoli X e XI diventò un’istituzione di grande prestigio economico e spirituale. Nel suo scriptorium furono copiate moltissime opere, anche di autori classici, e oggi conserva i più antichi documenti in volgare, codici miniati e libri rari. Tra il 1066 e il 1071 l’abate Desiderio fece ricostruire la chiesa abbaziale, distrutta da un terremoto nel 1349. Nel XVIII secolo l’abbazia assunse l’aspetto barocco mantenuto fino al 1944 quando gli angloamericani la rasero al suolo. Dal 1945 al 1956 fu ricostruita secondo il principio «dov’era, com’era».

I materiali

I marmi utilizzati nel pavimento furono procurati a Roma dall’abate Desiderio, committente della nuova chiesa abbaziale (1066-1071), e da lui fatti trasportare per mare, insieme con colonne e capitelli, fino alla foce del Garigliano, poi da lì a Suio e infine a Montecassino.
Rappresentano alcuni dei marmi più pregiati dell’antica Roma. Tra questi prevale il porfido, una pietra di origine vulcanica di un rosso porpora, storicamente legata al potere imperiale grazie al valore simbolico del colore.

Il pavimento medievale della chiesa abbaziale di Montecassino

Dopo il secondo conflitto mondiale, grazie all’ingegnere monaco benedettino Don Angelo Pantoni, furono recuperati i resti superstiti del magnifico pavimento medievale della chiesa abbaziale di Montecassino, che era stato ricoperto nel 1728 da una nuova pavimentazione in stile barocco.
Il pavimento medievale fu realizzato per volere dell’abate Desiderio (1058-1087), che fece appositamente arrivare da Costantinopoli le maestranze specializzate nella tecnica del mosaico.

È possibile ricostruirne l’aspetto originario grazie ad una stampa pubblicata da Erasmo Gattola nel 1733 a corredo della sua storia dell’abbazia (Historia Abbatiae Cassinensis).
I frammenti recuperati sono esposti al Museo dell’Abbazia di Montecassino.

La tecnica

Il magnifico pavimento della chiesa abbaziale di Montecassino è stato realizzato con

la tecnica dell’opus sectile (opera da taglio), un tipo particolare di mosaico o tarsia in marmi policromi.

Pregiate lastre di marmo, di diverse qualità, furono tagliate in varie forme e combinate tra loro con una straordinaria precisione. I motivi decorativi, comuni al repertorio classico e bizantino, erano soprattutto geometrici.

Il cantiere di Montecassino (1066-1071) ha avuto un ruolo decisivo per la rinascita e per il rilancio di questa tecnica nel periodo romanico (secoli XI-XIII), grazie alle competenze degli esperti artisti provenienti da Bisanzio, chiamati appositamente dall’abate Desiderio.