Carlo Corvino

L’11 maggio 1944 i bombardamenti ricominciarono con metodo e man mano diventarono sempre più intensi e devastanti e non mancavano gli stormi di aerei che sganciavano bombe per snidare e distrugger le posizioni di privilegio dei tedeschi. Ormai nell’aria si sentiva che l’offensiva degli Alleati per sfondare le linee tedesche era prossima.

Mieczyslaw Rasiej – ingegnere arruolato nell’esercito polacco

Ricordo benissimo il bombardamento della notte tra l’11 e il 12 maggio. La notte rischiarata a giorno; il tuono continuo delle granate che esplodevano davanti a noi. Devo aver passato giorni e notti, dall’11 al 18 maggio, su e giù per quella montagna a riparare le linee telefoniche continuamente interrotte, a caricare gli accumulatori per gli apparecchi radio ricetrasmittenti […]. Non ricordo nemmeno se abbiamo dormito quando e dove; nemmeno se abbiamo mangiato. Ricordo però un’altra cosa, la sete, quella si: era un tormento. […] Ricordo con una certa malinconia il 18 maggio quando l’abbazia è stata presa, perché ci rendevamo conto quanto questa conquista era costata in morti e feriti.

Kazimirz Marmoross

Siamo già da due ore sotto il bombardamento dell’artiglieria e dei mortai pesanti. Vedo esplodere le granate come fossero sul palmo della mia mano.

Fa caldo almeno, il sole ci riscalda, forse finalmente non sentiremo più freddo.
Il 15,16,17 e 18 maggio sono state giornate pesanti, abbiamo attaccati e siamo stati attaccati dai tedeschi. Sono state conquistate la città di Cassino, Monte Cassino, parte del paese, Sant’Angelo e le colline circostanti. Siamo sempre sotto il fuoco dell’artiglieria.

Ieri alle 18.40 abbiamo piantato la bandiera del nostro reggimento in cima al Monte Cairo, nel punto più alto. Domina tutta la valle. Il monte è stato conquistato da 3° squadrone. I tedeschi sono fuggiti via spaventati.

Edward Rynkiewicz

Sembra impossibile che gli uomini possano vivere in un tale olocausto. Respirando una preghiera, ho tentato con prudenza di affacciarmi verso l’apertura di una grotta.

Era piena di corpi, che si fronteggiavano tra loro. La maggior parte di loro erano senza vita.